martedì 7 settembre 2010

Mary e Albè

Albè è Byron, giusto per puntualizzare, nickname derivato dalle sue avventure fra le montagne albanesi ( c'è pure un ritratto a testimoniarle..con costume tipico del luogo) e Mary..beh, è Mary Shelley, grande scrittrice la cui fama è stata ingiustamente usurpata dalla sua più celebre creatura, il Frankenstein..e hai detto niente ^^
Ora, pochi sanno che questo romanzo horror-filosofico moooolto diverso dalle versioni cinematografiche, tutte tendenti ad un certo splatter e poco rispettose del ruolo centrale che lo scienziato aveva nel romanzo originale( il Frankenstein del titolo era lui..mica la creatura, che però, ovviamente, si prestava meglio allo spettacolo ^^), bene, dicevo il capolavoro di Mary fu ideato nell'estate del 1816 sul lago di Ginevra, diretta conseguenza di una serie di esperimenti sul soprannaturale messi insieme per noia e curiosità intellettuale dal quintetto maledetto XD Mary-il futuro marito, il poeta Shelley, Byron con medico privato (Polidori) e amante (Claire, sorellastra di Mary) al seguito.
Sti matti si rintanavano in casa o fra le volte del castello fortezza di Chillon a leggere storiacce dell'orrore e a comporne di proprie sull'onda dell'entusiasmo del momento.
Sull'assai intrigante argomento è stato composto un romanzo breve "Haunted Summer" (Estate stregata) di Anne Edwards, che sto appunto leggendo.
"Una storia sul male e sullìimmaginazione" recita il sottotitolo, sarebbe meglio dire sugli orrori generati dalla semplice fantasia umana, capace di dare forma ai nostri fantasmi interiori.
Ken Russell aveva saputo esprimere al meglio, con la sua sensibilità visionaria, anche se un po' eccessiva questo rapporto, nel suo film Gothic.
Ivan Passer nell'omonimo "Haunted Summer" aveva invece puntato maggiormente sull'aspetto sentimentale e pittorico, con risultati altrettanto interessanti.
"Rowing with the wind" il terzo film ispirato al libro l'ho appena ordinato, quindi non mi posso ancora esprimere :P
C'è un aspetto del libro che mi ha intrigato molto, così come nel film di Passer, a suo tempo..ed è l'ambiguo rapporto che legava Mary e Albè, apppunto..
lui, misogino e sprezzante, ma piagato da frequenti attacchi depressivi, lei coltissima, intelligente, totalmente dedita al suo Shelley, ma talvolta troppo gelida e posata, retaggio forse della sua difficile situazione famigliare.
Mary fu forse una delle poche donne che Byron dovette suo malgrado ammirare, dato che lei si mostrò più di una volta alla sua altezza con la sua penetrante capacità di intuizione..e Mary se ne sentiva irresistibilmente attratta forse per il suo carattere deminiaco che tanto contrastava con il suo ideale e romanzato menage.
Avrebbe potuto nascere qualcosa..e invece, non accadde nulla..ma è proprio in quel NULLA che si nasconde il fascino del "detto e non detto", di un intrigante gioco di sguardi e lievi contatti venati di una passionalità a stento repressa.
"Perchè..perchè siete così affamato d'amore da considerare perfino la morte come un tradimento?" gli chiede di punto in bianco Mary, una notte, da soli, in riva al lago di Ginevra, la luce della luna ad illuminare loro la strada..
Byron si volta con gli occhi di fiamma, furente che qualcuno abbia saputo penetrare i suoi più intimi pensieri, abituato a canzonare, non a sentirsi ostaggio degli altri..
Egli la afferrerà con la forza, costringendola a baciarlo, dando sfogo a tutta la sua gelosia per l'amico-rivale Shelley e Mary...costernata non potrà fare assolutamente niente.
"Ti trovo dannatamente eccitante" le dirà poi e aggiungerà "Siamo destinati a scontrarci..lo sappiamo entrambi e, ti confiderò un piccolo segreto, lo sa pure Shelley. Ma fra noi non potrà mai accadere nulla, mai, fino al momento della nostra morte."
Mary suo malgrado sarà costretta ad ammettere la sua grande attrazione per lui pur ribadendo la sua fedeltà a Shelly ( in contrasto con le loro teorie sul libero amore..per la serie, fra i dire e il fare XD )
Ma ciò che mi ha colpita di più è la frase pronunciata distrattamente, quasi a mezza voce, ma venata di profonda malinconia, da Byron in carrozza sulla via del ritorno..
egli fissava le tenebre fuori dal finestrino e disse:" Voi siete una donna in anticipo sul tuo tempo..ed io mi trovo spesso a pensare di essere un uomo in ritardo sul mio"
Frase ricca di significati nascosti...
Mi sarebbe piaciuto assistere ad uno sviluppo di questo strano rapporto..penso sarebbe piaciuto anche ai due protagonisti ;)

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